Fermare il bullismo? Si può!

Troppo spesso crediamo che il bullismo sia qualcosa di lontano, distante da noi e dalle nostre realtà.  Qualcosa che si legge solo sui giornali e che – a volte ci chiediamo – chissà se è tutto vero o se esagerano un po’ per fare notizia. Un bambino su tre subisce bullismo durante il suo percorso scolastico, per cui i giornali non solo non esagerano, bensì riportano un’irrisoria percentuale di tutti i casi che si verificano.

Il bullismo può imporsi come disprezzo per la razza del soggetto, per le sue caratteristiche fisiche (peso, altezza, occhiali, brufoli), per il suo orientamento sessuale, la sua religione, il suo portamento, l’abbigliamento, o addirittura perché troppo studioso o troppo poco. I motivi possono essere infiniti, ma tutti vanno a incidere negativamente su una psiche giovane e in via di sviluppo. Qualcuno si sa difendere e usa questi attacchi per diventare più forte, ma qualcun’altro (la maggior parte) subisce in silenzio, e costruisce la propria stima e personalità anche basandosi su quegli insulti che crede veri e fondati, e non solo frutto di stupidità e cattiveria.

Le persone vittime di bullismo sono spesso vulnerabili e hanno bisogno di supporto, di un consiglio o semplicemente di un amico. 
Il bullismo è un’arma molto più potente di ciò che si crede, perché le sue tracce rimangono dentro e non fuori, e spesso non si riesce ad aiutare chi ne è vittima se non intervenendo istantaneamente, nel momento in cui si assiste a un episodio o se ne viene a conoscenza.

Il canale inglese UP TV ha trasmesso un filmato intitolato “Chi fermerà il bullismo?” che mostra un episodio di bullismo e le reazioni di chi vi assiste.  La vittima è una bambina che, uscita da scuola e con lo zaino ancora sulle spalle, aspetta l’autobus seduta alla banchina. A fianco a lei, due ragazze più grandi le rivolgono una serie di insulti di diverso genere: la scherniscono per il suo aspetto fisico, le dicono che non ha amici e che tutti si fingono malati pur di non andare alla sua festa di compleanno, insinuano che tutti le sparlano dietro e la odiano, che è stonata come un maiale morente, e addirittura la deridono perché ama leggere. A sedersi alla stessa banchina, arrivano singolarmente diverse persone le quali assistono all’episodio di bullismo nei confronti della bambina, la quale subisce in silenzio.

Ben presto ciascuno degli spettatori reagisce dicendo alle due ragazze di smetterla, chiedendo loro come se sentirebbero se qualcuno dicesse che sono delle buone a nulla, e invitandole a prendersela con qualcuno della loro età. Alcune persone, invece che rivolgersi alle due ragazze si rivolgono direttamente alla bambina: una donna la invita a spostarsi accanto a lei e si complimenta per il suo zaino e la sua bellezza, un’altra le chiede se vuole sedersi al suo fianco quando saranno salite sull’autobus e mentre un uomo, dopo averla fatta avvicinare, inizia a suonare dolcemente l’armonica per lei, distraendola dalle due bulle e dandole attenzioni e dignità.

La reazione di queste persone arriva dopo una breve osservazione di ciò che sta accadendo, perché riconoscono la violenza e non la sottovalutano, anche senza vederne le ferite fisiche a cui in genere associamo questa parola. Le bulle erano due giovani ragazze, e schierarsi contro di esse non è, tutto sommato, così spaventoso o pericoloso.  Ma la reazione dei passanti sarebbe stata la stessa se a fare bullismo fossero stati, per esempio. due ragazzi invece che ragazze, o un uomo dalla corporatura robusta o ancora un gruppo di ragazzi coalizzati tra loro? La reazione dei passanti sarebbe stata la medesima se avessero percepito un pericolo non solo per la bambina ma anche per loro stessi?

L’indifferenza e la paura delle persone, sono due fattori che permettono al bullismo di esistere e svilupparsi. Chi sta in silenzio quando vede un’ingiustizia, chi si gira dall’altra parte (che sia per paura o per menefreghismo) è colpevole tanto quanto chi commette bullismo, perché lo lascia propagare. Esiste sempre un modo per intervenire e fermare queste violenze: talvolta lo si può fare in prima persona, talvolta bisogna porre la situazione nelle mani di chi ha la competenza di poterla affrontare in un modo costruttivo e a lungo termine. Ma che sia in modo diretto o indiretto, tutti possiamo sempre fare qualcosa, e questo qualcosa va fatto subito, senza aspettare che sia troppo tardi.

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Quello che per noi può sembrare un gesto insignificante, può salvare una persona dal bullismo. E se noi per primi ci crediamo e ci mostriamo disposti a combattere questa battaglia, lo faranno anche le vittime e percepiranno di non essere più sole. Tra lo zero e l’uno c’è la distanza più grande che esista tra qualsiasi altri due numeri consecutivi, in quanto si passa dal nulla alla materia. A noi non viene chiesto di fare l’impossibile, bensì il possibile.  Ci viene chiesto di essere semplicemente quell’uno.

32 anni, infermiera. Amo viaggiare,scrivere e leggere. Adoro Stefano Benni e il cioccolato, e sul comodino ho sempre almeno uno dei due. Ho due pesci rossi: Cacio e Pepe. Vola solo chi osa farlo.

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