The Normal Heart

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Il 1° dicembre è stata la giornata mondiale contro il virus dell’HIV ed io, per qualche strano problema di autolesionismo, ho deciso di “celebrarlo” con The Normal Heart di Ryan Murphy.

The Normal Heart è un film per la televisione del 2014 basato su un dramma teatrale omonimo di Larry Kramer, ambientato a cavallo fra il 1981 ed il 1983.
Per chi non lo sapesse (come me prima di guardare il film) si tratta di un periodo storico per l’umanità che si trovò ad affrontare una malattia che assomiglia più ad un mostro: l’Aids. Durante i primi anni del contagio nessuno riusciva a capire cosa stesse succedendo e la malattia – soprattutto negli Stati Uniti – venne completamente ignorata dal governo che, anzi, tentò di rafforzare la credenza che il virus fosse un “cancro degli omosessuali”, a fronte dei numerosi casi che coinvolsero la comunità gay.

the normal heart ruffalo

Ryan Murphy non ci risparmia nulla di quello che significa essere malati di Aids, dai primi sintomi fino alla morte, è crudele e diretto nel farci rivivere il dramma di una comunità decimata e lasciata a morire nel silenzio, tanto che anche noi spettatori ci sentiamo impotenti e frustrati davanti a qualcosa di così grande e spaventoso.
L’unico consiglio che posso darvi è: non vi mettete a guardarlo se è stata una giornata no, oppure se non avete una sostanziosa scorta di fazzoletti a portata di mano. Il guaio (o forse la fortuna) è che alla fine non possiamo fare altro che immedesimarci nel combattivo Ned Weeks (l’alterego di Larry Kramer) schiacciato da una società indifferente e da una comunità gay diffidente e poco coalizzata.

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The Normal Heart ci fa soffrire, ma allo stesso tempo ci insegna qualcosa di importante: che le cose possono essere cambiate e che sono le singole persone a doverlo fare. Un passo per volta, prima con la fondazione della Gay Men’s Health Crisis, un associazione noprofit di supporto ai malati di HIV e prevenzione, e poi con la forte propaganda mediatica, Ned Weeks cerca di scardinare il pregiudizio e di portare l’attenzione su un problema sociale e sanitario ignorato. Ci insegna che lottare per quello in cui si crede può fare la differenza, anche se si viene esclusi ed ignorati.
Tutti noi dovremmo essere un po’ più come Ned Weeks o come Emma Brookner la coraggiosa dottoressa basata sulla figura di Linda Laubenstein, che fu una delle prime ad accettare di lavorare con i malati di Aids senza farsi spaventare dallo stigma sociale.
Tutti possiamo essere un po’ più coraggiosi e farci sentire, anche nelle piccole cose, come ad esempio decidere di fare l’amore sempre protetti.

settestellesudieci.

Francesca Morini è un essere umano di una ventina di anni circa che studia Comunicazione, nel tempo libero legge, disegna e va a caccia di fumetti. Convinta di essere un Tyrannosaurus Rex, a niente è servito spiegarle che sono estinti ormai da millenni.

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