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Oggi, 20 novembre, ricorre il Transgender Day of Remembrance, giornata internazionale in ricordo delle vittime della transfobia. Una ricorrenza importante, necessaria per riportare l’attenzione sulla violenza continua, ma spesso passata sotto silenzio, nei confronti della comunità transgender.
Il TDR fu fondato nel 1999 da Gwendolyn Ann Smith per ricordare l’omicidio, avvenuto un anno prima, di Rita Hester, donna transgender uccisa ad appena 34 anni ad Allston, in Massachusetts. Nato come un progetto sul web, Remembering Our Dead, la mobilitazione online divenne ben presto una giornata riconosciuta a livello internazionale: nel 2010 fu celebrata in oltre 185 città di venti diversi Paesi.

Dalle parole della stessa Smith:

“Il Transgender Day of Remembrance vuole puntare i riflettori sulle perdite che dobbiamo ancora affrontare a causa della bigotteria anti-transgender e della violenza. Il bisogno di lottare per i nostri diritti e il diritto di esistere è il primo e il più importante. Con così tanti che cercando di cancellare le persone transgender, certe volte nei modi più brutali possibili, è di vitale importanza che le vittime vengano ricordate e che noi continuiamo a lottare per la giustizia.

Transgender Day of Remembrance

Campagna realizzata da Fondation Emergence

Il Transgender Day of Remembrance cerca non solo combattere la violenza, ma anche la percezione che si tratti di un tipo di violenza e di odio di serie b. Lo stigma sociale in cui spesso sono costrette a vivere le persone transgender fa sì che l’attenzione che l’opinione pubblica riserva a questo tipo di crimini sia inferiore rispetto a quella data ad altri casi di omicidio o attacchi. Come veniva fatto notare sul sito di Arcigay, solo in tempi molto recenti (si parla del 2016, appena due anni fa), un’istituzione mondiale come l’UNESCO ha preso consapevolezza di quanto la transfobia sia un problema sentito e diffuso. Nel documento “Education sector responses to violence based on sexual orientation and gender identity/expression” si può leggere che “La violenza omofobica e transfobica ha un impatto significativo sull’educazione degli studenti, le prospettive di occupazione e sulla loro salute e benessere. Colpisce gli studenti che sono vittime dalla violenza e gli studenti che sono autori e passanti”.

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